Durante questo viaggio di 13 giorni in Ghana Togo e Benin per il Festival del Vudù, scopriremo il fascino di antiche tradizioni, riti ancestrali e la storia della tratta degli schiavi.

In Benin, il 10 gennaio, è una giornata speciale: la popolazione celebra i culti ancestrali; in particolare, tutti gli adepti del vudù si riuniscono nella regione di Ouidah.

Una lunga processione si snoda attraverso la città di Ouidad fino a raggiungere la Porta del Non Ritorno, collocata sulla spiaggia da dove gli schiavi venivano imbarcati sulle navi negriere per essere portati nelle Americhe.

In Benin il Festival del Vudù è una cerimonia molto sentita e i partecipanti indossano abiti tradizionali; il bianco come colore predominante, vivacizzato dalle vivide perline di vetro.

Il culmine del festival è raggiunto con l’arrivo di Dagbo Houno, il sacerdote capo di Ouidah.

Danze, libagioni e maschere caratterizzano la mattinata.

Il nostro viaggio continua alla scoperta di Benin, Togo e Ghana.

Conosceremo i Taneka e i Tamberma, che costruiscono case simili a piccoli castelli in argilla, e a Kumasi entreremo nel regno degli Ashanti, assistendo a uno spettacolare festival reale.

Il viaggio termina esplorando l’ex Costa degli schiavi e i forti costruiti dagli europei.

Uno dei viaggi più completi e spettacolari nell’Africa Occidentale, adatto a tutti coloro che desiderano scoprire questa incredibile regione e innamorarsi dell’Africa.

elmina castle in ghana on slavery coast
castello della tratta degli schiavi

Itinerario di viaggio

GIORNO 1: Lomé, Golfo di Guinea

Arrivo a Lomé in Togo e trasferimento all’hotel.

GIORNO 2: Mercato dei feticci, da Lomé a Ouidah

Tour della città di Lomé, la piccola capitale del Togo, è l’unica città africana che è stata una colonia di tedeschi, inglesi e francesi. È anche una delle poche capitali del mondo al confine con un’altra nazione.

Questi elementi hanno contribuito allo sviluppo di un’identità unica, che si riflette nello stile di vita dei suoi abitanti e nell’architettura della città.

Lomé è un crocevia di persone e di commerci, una città cosmopolita di dimensioni ridotte.

Visiteremo il mercato centrale, gli edifici coloniali nel quartiere amministrativo, dove il sapore del periodo coloniale è ancora molto presente, e il mercato dei feticci.

Il mercato dei feticci di Lomè è il luogo in cui i feticheur acquistano gli ingredienti per preparare pozioni d’amore e intrugli magici.

Successivamente ci sposteremo nell’entroterra e ci immergeremo nel mondo del vudù.

Qui incontreremo un guaritore tradizionale; i guaritori tradizionali curano i loro pazienti combinando riti vudù con la loro profonda conoscenza delle erbe.

GIORNO 3: Festival del Vudù, Ouidah in benin

In Benin, il 10 gennaio è festa nazionale, in questo giorno, infatti, onorato il vudù, la religione tradizionale e i suoi culti, che in Benin è la religione più praticata.

In particolare, nella regione di Ouidah si svolgono le celebrazioni vudù più importanti, che attirano migliaia di adepti e i vari capi tradizionali.

La città di Ouidah è considerata una delle capitali del vudù africano.

In questa città, antico porto del traffico degli schiavi, con un’architettura afro-brasiliana decadente, convivono il Tempio dei Pitoni e la Cattedrale cattolica.

Il festival del vudù in Benin è avvolto da un’atmosfera fuori dal tempo.

Visiteremo il Tempio dei Pitoni, da dove parte la sfilata di maschere e di adepti durante il festival, proseguiamo la nostra visita della città, seguendo la Via del Non-Ritorno.

Questo percorso viene chiamato così poiché conduceva gli schiavi, dalla piazza in cui venivano acquistati all’asta, fino alla spiaggia, dove venivano imbarcati sulle navi.

La cerimonia più importante del Festival del Vudù avviene proprio in spiaggia, dove si trova la Porta del non Ritorno.

Qui le maschere danzano e gli adepti celebrano rituali e cadono in trance.

Noi andremo anche alla ricerca degli altri luoghi, in città e nei dintorni, per assistere alle cerimonie che si svolgono nell’intera regione di Ouidah.

GIORNO 4: Regni Africani, da Ouidah a Dassa

Dopo aver partecipato al Festival del Vudù del Benin, attraverseremo il Lago Nokwe a bordo di barche motorizzate per raggiungere Ganvié, un caratteristico villaggio su palafitte.

Gli abitanti, dell’etnia Tofinou, costruiscono le loro case direttamente sull’acqua, si tratta di capanne sorrette da pali di tek con i tetti costruiti con uno spesso strato di paglia.

La vita nel villaggio di Ganvié si svolge interamente sull’acqua; gli abitanti si spostano unicamente a bordo di piroghe, che conducono abilmente con lunghe pertiche.

Successivamente, ci dirigeremo ad Abomey per visitare il Palazzo Reale, le cui pareti sono decorate con simboli degli antichi re del Dahomey.

Il palazzo è ora un museo che conserva, tra le altre cose, le spoglie mortali dei re e un tempio costruito con argilla mischiata a polvere d’oro e sangue umano.

Il Regno del Dahomey ha basato il proprio potere su uno stato di guerra costante, che gli consentiva di catturare prigionieri da vendere come schiavi agli europei.

L’esercito reale comprendeva anche truppe femminili, note per la loro audacia e belligeranza.

Il re degli Dahomey non era considerato né un dio né un sacerdote, nonostante i numerosi sacrifici umani che venivano effettuati sulle tombe dei re in occasioni speciali.

Il potere era esercitato secondo una razionalità comprensibile e anche con una mentalità europea, come dimostra lo scambio di rappresentanze diplomatiche tra il Re di Francia e del Dahomey.

GIORNO 5: La collina dei feticci, da Dassa a Natitingou

Sosteremo presso il feticcio di Dankoli, un importante luogo di culto vudù.

La presenza di numerosi bastoncini di legno testimonia le innumerevoli preghiere per soddisfare le necessità della vita quotidiana: un buon raccolto, un matrimonio felice o un parto senza complicazioni.

Una volta che la preghiera viene esaudita, il richiedente torna al feticcio per sacrificare ciò che aveva promesso, come un pollo, una mucca o una capra.

Le tracce di sangue, vino e olio di palma che ricoprono il feticcio sono la prova che molte persone hanno visto le loro preghiere esaudite.

Nel pomeriggio raggiungeremo gli antichi villaggi Taneka, situati ai piedi delle omonime montagne; questi villaggi sono composti da capanne rotonde con tetti conici e vasi di terracotta posti al centro.

La parte superiore dei villaggi è abitata dai sacerdoti dei feticci, vestiti con pelli di capra, e dai giovani iniziati.

Si dice che i primi abitanti, di origine Kabyé, abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C; da allora, altre popolazioni si sono unite a loro, formando una sorta di melting-pot.

Ogni gruppo ha conservato i propri culti e i propri riti d’iniziazione, creando nel contempo istituzioni politiche e religiose comuni.

Mentre si cammina tra le case a tetto conico, è possibile incontrare giovani e adulti seminudi con la testa rasata che si preparano per le celebrazioni iniziali.

I Taneka ritengono che per diventare un uomo sia necessario tempo, pazienza e sacrifici.

GIORNO 6: Castelli fortificati, da Natitingou a Defale tra Togo e Benin

Entreremo nella terra dei Somba e dei Tamberma, che abitano in case fortificate.

La loro forma di queste case ricorda i castelli medievali europei e rappresentano uno dei migliori esempi di architettura africana.

Le case dei Somba e dei Tamberna sono costruite interamente a mano, modellando palle di fango per dare forma alla struttura.

I grandi altari fallici posti fuori dall’ingresso di ogni casa testimoniano le credenze animiste degli abitanti.

Entreremo nelle loro abitazioni per comprendere meglio il loro stile di vita.

Queste case rappresentano la cosmogonia locale: il piano terra, immerso nell’oscurità, rappresenta la morte ed è il luogo degli antenati, mentre il primo piano, aperto al cielo, rappresenta la vita,

In quest’ultima area le nonne tengono i neonati fino a quando non viene scoperto quale antenato si sia reincarnato nel corpo del bambino; solo allora al bambino sarà permesso di scendere dalla terrazza.

Tutto, dalla famiglia alle riserve di cibo e agli animali, viene tenuto e protetto all’interno delle case fortificate, soprattutto per motivi di sicurezza in caso di attacchi nemici.

Per secoli, queste popolazioni si sono rifugiate sulle montagne dell’Atakora per sfuggire ai mercanti di schiavi musulmani provenienti dal nord.

Da qui attraverseremo il confine tra il Benin e il Togo.

case tradizionali e fortificate dei Tamberma e Batammariba in Togo e Benin
Traditional and fortified houses of the Tamberma and Batammariba in Togo and Benin.

GIORNO 7: Danza del fuoco, da Defale a Sokode

Il nostro viaggio in Togo inizia con una passeggiata alla scoperta dei villaggi Kabye e Moba sulle montagne di Defale.

Le abitazioni dei Kabye, chiamate Soukala, sono costituite da diverse capanne fortificate unite da un muro. Ogni nucleo familiare patriarcale possiede una casa.

Nei villaggi Kabye, situati in cima alle montagne, le donne si dedicano alla ceramica mentre gli uomini sono fabbri che lavorano il ferro con pesanti pietre.

Dopo il tramonto assisteremo alla danza del fuoco che si tiene nel centro del villaggio al ritmo incalzante dei tamburi.

Alcuni danzatori, in uno stato di trance, si lanceranno nelle braci, le prenderanno in mano, si cospargeranno il corpo, senza subire alcuna ferita.

GIORNO 8: Foresta pluviale, da Sokode a Kpalime

Il nostro viaggio prosegue e ci dirigeremo verso il sud del Togo.

Arriveremo ad Atakpame, una tipica cittadina africana costruita sulle colline, qui gli uomini lavorano abilmente su piccoli telai per produrre grandi tessuti dai colori vivaci chiamati kente.

Da Atakpame, ci dirigeremo verso la foresta pluviale che circonda Kpalime, una città con un ricco passato coloniale, che oggi è diventata un importante centro per i commerci.

Visiteremo la misteriosa foresta tropicale, ammirando la maestosità degli alberi e ascoltando il suono dei tamburi; inoltre, con l’aiuto di un entomologo locale, impareremo a riconoscere farfalle e insetti.

GIORNO 9: Perline di vetro, da Kpalime a Koforidua

Attraverseremo la frontiera tra il Togo e il Ghana e ci sposteremo verso la Regione del Volta.

La regione Krobo è famosa per la produzione di perline di vetro, utilizzate per le feste d’iniziazione, i rituali e per scopi estetici.

Seguiremo il processo di produzione tradizionale che vien utilizzato da secoli.

GIORNO 10: Ashanti, da Koforidua a Kumasi

Kumasi è la capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti.

Gli Ashanti sono stati uno dei regni più potenti dell’Africa fino alla fine del XIX secolo.

Visiteremo il centro culturale Ashanti, che ospita una ricca collezione di manufatti, si trova all’interno di una riproduzione di una casa Ashanti.

Nel pomeriggio, se vi sarà la possibilità, potremo assistere a un tradizionale funerale Ashanti, durante il quale i partecipanti indossano abiti incantevoli di colore rosso o nero come segno di lutto.

Il funerale degli Ashanti ha un’atmosfera molto gioiosa; il defunto è considerato ancora presente e parte della famiglia; amici e parenti si riuniscono per socializzare e onorare la sua memoria.

I capi, all’ombra di grandi ombrelli colorati, partecipano a queste celebrazioni circondati dalla corte, dai ritmi dei tamburi e dai ballerini che danzano con movimenti ricchi di gestualità e simbolismo.

festival Awukudae ashanti a Kumasi in Ghana

GIORNO 11: Il Regno dell’oro, da Kumasi a Anomabu

Nel mattino proseguiremo con la visita di Kumasi.

Il Museo del Palazzo Reale ci aprirà le porte, mostrandoci la sua collezione unica di oggetti Ashanti.

Nel tardo mattino, assisteremo allo spettacolare festival di Awukudae: una grande cerimonia tradizionale in uno degli ultimi regni africani che ancora pratica i suoi antichi rituali.

Durante la celebrazione, il re siede sotto un grande ombrello colorato, circondato da dignitari e anziani.

La cerimonia inizia con una processione.

Gli assistenti portano doni, i narratori raccontano le gesta dei re del passato, seguiti dai portatori di spade, le guardie armate, i portatori di ventagli di piume di struzzo, i sacerdoti tradizionali e le donne vestite di rosso acceso, che danzano con un simbolismo erotico.

GIORNO 12: I forti della tratta degli schiavi, da Anomabu a Accra

Una volta raggiunta la costa atlantica del Ghana la nostra giornata prosegue con la visita del Castello di Elmina, il più antico edificio europeo in Africa, costruito dai portoghesi nel XV secolo.

Nel corso dei secoli, il Castello di Elmina è stato utilizzato come magazzino per il commercio di oro, avorio e schiavi.

Oggi il Castello di Elmina è stato riconosciuto come patrimonio mondiale dall’UNESCO.

Fuori dal castello, si trova un meraviglioso villaggio di pescatori con grandi barche da pesca colorate; mentre gli uomini pescano, le donne vendono il pesce a bordo strada.

Nel centro storico, vedremo l’opportunità di vedere anche i Posuban, i santuari delle antiche compagnie Asafo: i guerrieri fanti.

GIORNO 13: Accra

Ad Accra, la capitale del Ghana, si trova lo storico villaggio di pescatori di James Town, abitato dalla popolazione locale Ga, un popolo di abili pescatori dalle barche colorate.

A James Town osserveremo le donne pulire il pesce per affumicarlo su grossi barili anneriti dal tempo.

La nostra visita continuerà con la scoperta di un laboratorio specializzato nella costruzione di bare fantasy.

Le bare vengono costruite riproducendo oggetti cari al defunto o che rappresentano il suo lavoro, solitamente sono molto colorate e hanno le fogge più bizzarre.

Il nostro viaggio alla scoperta di Ghana, Togo e Benin, con il suo Festival del Vudù, termina proprio ad Accra.

Accra è una delle città più evolute dell’Africa Occidentale, che però non ha perso la sua anima tradizionale.

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